Durante il regno d’Italia, proclamato da Napoleone Bonaparte nel 1804, Grottammare fu dichiarata «giudicatura di pace» e alle sue dipendenze c’erano anche San Benedetto, Acquaviva e Monteprandone, che però Leone XII nel 1827 assegnò al «mandamento» di San Benedetto.
Dal 1799 al 1817 Cupra Marittima fu frazione di Grottammare e in questo periodo, grazie al blocco continentale cui fu soggetto Napoleone che aveva prodotto un rincaro altissimo nei noli dei trasporti, il commercio attraverso il suo porto ebbe un’espansione notevole.
Dopo la sconfitta napoleonica del 1815, si ebbe un periodo di crisi ed un notevole abbassamento demografico; solo grazie all’installazione di nuove fabbriche nella seconda metà del 1800 il momento difficile venne superato.
Nel 1848-49 Garibaldi fu ospitato a Grottammare e vi fece nuovi proseliti; ormai maturi i tempi, il paese insorse nel settembre del 1860 con gli altri centri vicini e furono fatti prigionieri 500 soldati pontifici.
Pochi giorni dopo, il paese accolse Vittorio Emanuele II che ricevette la commissione partenopea venuta a porgergli l’offerta formale del Regno delle Due Sicilie.
Lo storico incontro avvenne presso lo splendido palazzo Laureati ed una lapide marmorea nella facciata sud di esso ricorda ancora oggi l’eccezionale avvenimento.
La coscienza popolare e borghese dei cittadini di Grottammare, apertasi alle idee di libertà, di democrazia, di uguaglianza e di rinnovamento, fece trattenere qui il re d’Italia per ben cinque giorni. Nel 1910, per ricordare tale avvenimento, fu eretto nell’attuale pineta Ricciotti un monumento detto «dell’Annessione», che simboleggia la sottomissione e l’adesione del popolo partenopeo, affrancato dalla dominazione borbonica, al nuovo regno d’Italia.
Dalla fine del XVIII secolo gli interessi del paese si erano orientati verso l’area costiera sottostante: è del 1779 il piano di ampliamento del nuovo incasato, approvato da Pio VI, progettato dall’architetto Pietro Augustoni. Esso consisteva in un reticolo di strade, di sei metri di ampiezza, che si incrociano ad angolo retto, e che delimitano isolati rettangolari di rapporto costante.
La Grottammare attuale si è estesa sul metro datole dall’Augustoni ed il continuo arretramento del mare ha permesso la formazione di rigogliose pinete che si affiancano alla ferrovia.
Successivamente, agli inizi del Novecento, sono stati costruiti a ridosso del litorale, da ricche famiglie di villeggianti che avevano scelto questo luogo come loro stabile dimora estiva, numerosi e graziosi villini liberty, tra i quali citiamo Villino Matricardi e Villa Trento, dove un tempo sorgeva la raffineria degli zuccheri.
In seguito Grottammare fu abbellita con lo splendido viale di palme e di oleandri che offre al turista, nella bella stagione, quel contrasto di colori che dall’azzurro intenso delle acque all’orizzonte sfuma in tonalità più chiare sulla battigia, si mescola con il colore avorio di un manto sabbioso estremamente sottile e si fonde con il verde cupo della pineta, interrotto qua e là dai ciuffi rosa e bianchi degli oleandri in fiore.
Nella seconda metà del Novecento, per la crescita della popolazione e la ricerca di nuovi spazi abitativi, Grottammare si è ampliata verso sud, ai confini con San Benedetto del Tronto, con due quartieri di recente realizzazione. La zona Ischia I è incentrata sulla chiesa della Gran Madre di Dio, cui si accede mediante un viale ornato da aceri di recente impianto.
La chiesa è in stile moderno e l’interno è abbellito da alcune opere in legno, come la statua della Madonna col Bambino, la Via Crucis, che si distingue per le sue quindici stazioni invece delle tradizionali quattordici, e un altorilievo col tema della famiglia, opera dello scultore Francesco Santori.
Il secondo quartiere di recente impianto e a ridosso dei confini amministrativi con San Benedetto del Tronto è quello aggregato intorno alla Piazza Carducci.
La piazza è stata progettata come uno spazio a pianta quadrata, abbellita da tigli e pini d’Aleppo, con gli angoli circolari caratterizzati dalla presenza delle palme delle Canarie. L’omogeneità della pavimentazione in mattoni rossi è interrotta al centro da un granito grigio disposto a disegnare una stella. Intorno a questo spazio sono sorti i palazzi del nuovo agglomerato urbano.