Perla dell'Adriatico

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Palazzo Laureati

Un casino di villeggiatura voluto alla fine del ’700 da un vescovo-agronomo trasformato nel secolo successivo in una residenza nobiliare. Un venerdì di ottobre del 1860 vi si è scritto un pezzo della storia d’Italia.

L’odierno edificio è frutto dell’ampliamento di un villino fatto costruire intorno al 1786 dal vescovo di Ripatransone Bartolomeo Bacher, appassionato agronomo che incrementò a Grottammare la coltivazione degli aranci. L’ampliamento si deve ai marchesi Laureati, antica casata marchigiana che nel 1807 acquistò il fabbricato dall’anziano vescovo e ne è tuttora la proprietaria.

Come e più degli altri edifici storici affacciati su quella che anticamente era la via Lauretana e che oggi è la trafficata Strada Statale Adriatica, la villa attualmente presenta una suggestione diversa da quella originaria, in quanto è stata circondata da edifici più recenti che hanno modificato il contesto nel quale era stata costruita. Ciononostante, e malgrado il già ricordato ampliamento ottocentesco, l’influenza del primo proprietario non è affatto svanita: è al gusto austero del Bacher che risale la marcata sobrietà della struttura architettonica di Palazzo Laureati, la stessa che si riscontra, ad esempio, in un altro edificio voluto a Grottammare dal vescovo-agronomo, la Chiesa di San Giovanni Battista.

Sviluppato su tre piani, il palazzo ha il corpo principale dilatato da due ali un tempo utilizzate come scuderie, che delimitano un giardino con palme e agrumi e sulle quali si aprono ampie terrazze.

La facciata è in laterizio ed è delimitata da un bugnato d’angolo in travertino; dello stesso materiale sono le cornici marcapiano, le mostre delle finestre e le lesene, che scandiscono i prospetti in tre campiture. La villa è sormontata da un’altana quadrangolare con due finestre su ogni lato, che recuperano i motivi decorativi del corpo principale.

Nel 1860 il marchese Marino Laureati vi ospitò Vittorio Emanuele II, prossimo a diventare il primo re d’Italia, che ricevette nel salone di rappresentanza la delegazione partenopea venuta a sollecitare l’annessione di Napoli. Una lapide posta nel 1882 sul lato meridionale della villa ricorda questo avvenimento, celebrato anche 50 anni dopo dal Monumento commemorativo dell’annessione napoletana collocato nella Pineta Ricciotti. Come a chiudere il cerchio, nel 1925 il palazzo ospitò anche colui che sarebbe diventato l’ultimo sovrano d’Italia, il “re di maggio” Umberto II, allora principe di Napoli.

 

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Palazzo Laureati
a Grottammare