L’attivazione della ferrovia adriatica, risalente al 1863, è uno dei fattori chiave nella trasformazione di Grottammare in rinomata località turistica della Belle Epoque. Nel 1873 vi viene realizzato il primo stabilimento balneare in quello che poi diventerà Palazzo Kursaal; nel 1890 vi sorge il primo “lungomare”, Viale Marino (l’attuale Viale Colombo), su cui tuttora prospettano graziosi villini; nel 1909 un nuovo piano regolatore prevede lungo la costa lotti edificabili di ridotte dimensioni, condizionando così la tipologia architettonica degli edifici che, più che nelle planimetrie, prendono a svilupparsi in altezza.
È questo il contesto nel quale si inserisce la residenza estiva dell’imprenditore ascolano Giuseppe Maria Matricardi, costruita nel 1913 su disegno di uno degli architetti più talentuosi dell’epoca, il romano Cesare Bazzani (1873-1939). Con l’eclettismo che lo caratterizza, Bazzani rinuncia al linguaggio magniloquente adoperato sino a quel momento in edifici pubblici e privati (come la Biblioteca Nazionale di Firenze, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e la Palazzina Ravà a Roma, il palazzo della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno) e progetta un palazzetto di spettacolare leggerezza, frutto di un dialogo proficuo con i gusti e l’attività del committente, titolare di una fabbrica di maioliche il quale gli mette a disposizione prodotti e collaboratori della sua impresa, che contava in quegli anni anche Adolfo De Carolis, uno dei vertici dello “Stile Liberty”.
Mentre il prospetto est del villino è progettato in funzione della vista sul mare, con ampie finestre e una grande porta fiancheggiata da due vetrate all’interno di un arco ribassato, il prospetto ovest è caratterizzato da un’altana dipinta con un fitto intreccio di arance e motivi floreali, che creano illusionisticamente un pergolato. Sul suo basamento, la scritta “GMM/XX-VIII/MCMXIII” indica il proprietario (Giuseppe Maria Matricardi) e la data di completamento dell’edificio (20 agosto 1913). I quattro lati presentano un cornicione poggiante su mensole aggettanti sotto al quale sono poste formelle in maiolica dipinta con festoni floreali e vegetali, forse realizzate su disegno di De Carolis.
L’interno della villa è decorato, al piano terra, con pitture parietali dai motivi floreali e faunistici. Il giardino, aperto verso la spiaggia da cui lo divide una semplice inferriata, ha una struttura asimmetrica che gli conferisce un aspetto apparentemente disordinato, un po’ come in certi quadri preraffaelliti, anche se la vegetazione (pini, lecci, siepi di pitosforo, alloro, oleandri, palme) è quella tipica della macchia mediterranea.